Tiziana come hai saputo della prima designazione in Serie A? E in seguito qual è stato il tuo primo pensiero?
Ho ricevuto una telefonata nella quale mi hanno comunicato la designazione di una gara di Serie A ed è stata un’emozione unica e indimenticabile che rimarrà per sempre impressa nei miei ricordi e della quale sono infinitamente grata a tutta la commissione. In quei momenti ti passa una vita avanti e pensi a quanto sono stati lunghi questi venti anni di arbitraggio, a tutti i sacrifici fatti, alle delusioni e ringrazio solo di non aver mai mollato e di averci sempre creduto perché poi alla fine la gioia di entrare in un campo di serie A ti ripaga di tutto e ti fa sentire felice.
Come ti sei preparata alla gara anche dal punto di vista mentale e cosa hai provato all’ingresso sul terreno di gioco?
Non è stato facile prepararsi mentalmente alla gara perché la Serie A è una cosa che hai sempre e solo visto in televisione senza mai pensare che un giorno saresti potuta essere là. Sono stati giorni pieni di emozioni contrastanti: dalla gioia euforica dell’esordio, all’ansia di non sapere cosa ti aspetta. Quando sono scesa in campo ero molto emozionata ed ho pensato alle parole di un’amica e collega che ora è al mondiale in Qatar la quale mi disse: “alla fine sono sempre 11 contro 11 con un pallone, vai serena e fai quello che sai fare!”.
Quali ritieni siano state le qualità fondamentali che ti hanno consentito di cogliere questo prestigioso traguardo?
La perseveranza e l’allenamento. Molto spesso capita che le cose non vanno come vorresti e non sempre raggiungi gli obbiettivi sperati. Il percorso dell’arbitro è un percorso molto lungo, fatto di ostacoli, di cadute e alla fine vince solo chi ci crede, chi continua, chi non molla ad ha il coraggio di andare avanti. Lo studio, l’allenamento e la costanza hanno fatto tutto il resto.
Cosa ha rappresentato e rappresenta ora l’arbitraggio nella tua vita?
Ho iniziato ad arbitrare per puro caso ma poi è diventato una parte essenziale della mia vita. L’arbitraggio è un modo di vivere che nel bene o nel male ha condizionato tante mie scelte fatte negli anni. Ma se dovessi tornare indietro è una scelta che rifarei ad occhi chiusi.
Se dovessi inviare un breve messaggio ai tanti ragazzi e ragazze che si stanno preparando ad entrare per la prima volta nell’Associazione Italiana Arbitri, cosa diresti loro?
Direi loro che l’arbitraggio è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita. Mi ha dato tanto, mi ha fatto crescere come persona, mi ha insegnato ad affrontare le difficoltà e a superarle, non solo nello sport ma anche nella vita quotidiana. Mi ha fatto conoscere tantissime persone con le quali ho condiviso molte esperienze e tanti sono diventati amici oltre che colleghi. Mi ha dato la possibilità di viaggiare, di visitare tanti posti in tutta Italia e nel mondo, di conoscere persone e culture diverse. Mi ha fatto provare emozioni uniche che resteranno indelebili nella mia mente e nel mio cuore.